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L'operazione / Limbiate

L'architetto brianzolo accusato di aver aiutato il boss Messina Denaro: chi è l'insospettabile prestanome

Originario di Erice, 51 anni, Massimo Gentile dal 2019 è dipendente del comune di Limbiate

Avrebbe prestato la sua identità al boss di Cosa Nostra che ha vissuto da latitante muovendosi liberamente e acquistando anche un'auto e una moto Bmw, come se non fosse l'uomo più ricercato d'Europa. 

E grazie alla sua identità Matteo Messina Denaro sarebbe riuscito ad acquistare una Fiat 500 e una dueruote Bmw, a stipulare le relative polizze assicurative e portare a termine alcune operazioni bancarie. Originario di Erice, Massimo Gentile è un architetto e dal 2019 è dipendente del comune di Limbiate (Monza), dove si occupa dei procedimenti del servizio Lavori pubblici. e di pratiche del Pnrr.

Il professionista è stato arrestato per associazione mafiosa all'alba di mercoledì nell'ambito di un'operazione del Ros dei carabinieri, coordinato dal procuratore aggiunto Paolo Guido, insieme ad altri due uomini, tra cui un radiologo.

I tre indagati, in fasi diverse e con un contributo distinto, avrebbero permesso al capomafia di Castelvetrano - catturato il 16 gennaio dell'anno scorso alla clinica La Maddalena dove si sottoponeva a cicli di chemioterapia - sia di curarsi, ma anche di acquistare alcuni mezzi per spostarsi. Il mafioso ha quindi utilizzato le loro identità e i loro documenti per poter vivere tranquillamente. Insieme al dipendente comunale brianzolo Massimo Gentile in manette sono finiti anche Leonardo Salvatore Gulotta e Cosimo Leone. 

Secondo quanto riporta l'Ansa, "dalle indagini è emerso anche che nel 2007 l'architetto ha acquistato per conto del boss una moto Bmw che sarà poi lo stesso Gentile a portare alla demolizione in una officina a cui si fa riferimento in un pizzino nascosto in una sedia, trovato a casa della sorella di Messina Denaro, Rosalia, dopo l'arresto del padrino. Il veicolo, secondo i pm, usato dal padrino dal 2007 al 2015, è stato regolarmente revisionato e assicurato a nome di Gentile".

Sono in corso delle perquisizioni tra Trapani e la Lombardia e il blitz è stato eseguito anche con l'ausilio dei comandi provinciali dei carabinieri di Trapani, Milano e Monza Brianza.

Chi sono gli altri fiancheggiatori arrestati

Anche Leone farebbe parte a tutti gli effetti di Cosa nostra, anche se da insospettabile tecnico sanitario di Radiologia all'ospedale di Mazara del Vallo. Avrebbe aiutato il mafioso a curarsi - diventandone un punto di riferimento per le terapie - nella struttura in cui peraltro era stato ricoverato, da latitante, dopo la diagnosi del tumore che poi lo ha ucciso, otto mesi dopo la cattura. Leone avrebbe anche fornito un cellulare a Messina Denaro, durante un periodo di degenza dopo un intervento, che avrebbe a sua volta ricevuto da Andrea Bonafede, il geometra che nell'ultimo periodo aveva ceduto la sua identità al capomafia.

Gulotta, addirittura dal 2007 e fino al 2017, avrebbe assicurato la disponibilità di un'utenza telefonica a Messina Denaro, che avrebbe consentito al boss di gestire i suoi vari mezzi di trasporto.

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