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La polemica / Renate

Festa di fine Ramadan nell'oratorio brianzolo: "Una scelta bella e saggia"

La replica di Vincenzo Di Paolo (capogruppo in provincia del centrosinistra) in merito all'inizitiva in programma a Renate

La festa di fine Ramadan il 5 aprile all’oratorio di Renate continua a scatenare polemiche. E dopo le accuse di Alessandro Corbetta, capogruppo della Lega in consiglio regionale, di una “scelta inopportuna”, c’è chi difende la decisione del parroco di Renate di aprire le porte dell’oratorio alla comunità islamica. È Vincenzo Di Paolo, capogruppo del centrosinistra in provincia, che con un post sui social critica l’uscita del collega del Carroccio. Corbetta infatti aveva dichiarato che “l’oratorio è un centro legato alla parrocchia e quindi alla Chiesa Cattolica. Può e deve anche essere un luogo di dialogo, ma non certo di celebrazione di riti legati ad altre religioni come il Ramadan. Sarebbe un po’ come celebrare la Pasqua in una Moschea, che senso ha? “.

Vincenzo Di Paolo replica che “sono inopportune  le dichiarazioni del capogruppo leghista in consiglio regionale. Una polemica davvero senza senso, fuori dal mondo. Un esponente politico che pretende di insegnare a un parroco come si gestiscono gli spazi, l’opportunità di riti e celebrazioni, quale atteggiamento tenere nei confronti di esponenti di altre fedi religiose”.

Il capogruppo del centrosinistra in provincia sottolinea inoltre che “l’oratorio non solo un luogo di aggregazione cristiana, ma luogo di incontro, apertura, educazione religiosa e civica.  Siamo tutti figli di Abramo. Fratelli nella fede. Cristiani e musulmani. È l’insegnamento profondo della dottrina cattolica che Corbetta vorrebbe difendere e che forse non conosce.  Penso che la scelta dell’oratorio di Renate di ospitare una festa per la fine del Ramadan sia una scelta bella, saggia. Che paura abbiamo ad aprirci al confronto con altre fedi o altre esperienze spirituali?  Questi incontri arricchiscono. E rafforzano la convinzione del dialogo interreligioso come via principale per la pace di cui oggi c’è indispensabile bisogno. Siamo donne e uomini in ricerca della verità. Nessuno può credere di esserne detentore assoluto. Alzare muri, alimentare paure, non serve a nulla. Serve solo a chi ancora oggi porta avanti una difesa strumentale di simboli e tradizioni religiose per propaganda politica". 

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