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La storia

Il viaggio di Michele, Carlo e Lorenzo, i tre brianzoli che hanno attraversato l'Islanda a piedi

Una straordinaria spedizione di 350 chilometri attraverso vulcani, ghiacciai e altipiani desertici. Solo con lo zaino e una tenda

La tenda, lo zaino, e tanta fatica. È questo l'equipaggiamento che ha accompagnato la traversata in Islanda di Michele Oggioni, Carlo Guzzon e Lorenzo Balconi, tre giovani 25enni brianzoli che quest'estate hanno deciso percorrere a piedi da nord a sud l'Islanda, fra le aree wilderness più estese e suggestive d’Europa. Ben 11 giorni di viaggio tra altopiani desertici, vulcani, ghiacciai, pianure sconfinate e sorgenti termali, per un totale di ben 350 chilometri. All'insegna dell'avventura e documentati passo dopo passo attraverso l'ausilio dell'IPhone. 

"Siamo stati tutti e tre scout e da sempre siamo appassionati di montagna e bici - ha spiegato Michele, originario di Monticello Brianza, nel lecchese - Dopo il covid siamo arrivati pedalando fino in Albania, passando per Trento, le Dolomiti e l'Austria. Quando abbiamo pensato all'Islanda l'idea era di nuovo quella di andarci in bicicletta. Ma la voglia di metterci alla prova con una sfida completamente nuova è stata più forte. E dunque, dopo aver pianificato tutto e aver prenotato il viaggio aereo (un mese e mezzo prima), siamo partiti". Con loro solo il minimo indispensabile. Ovvero le scarpe tecniche, uno zaino ciascuno da 26 chili e pieno di cibo preconfezionato, e la tenda. 

L'isola eccitante e pericolosa

L'approdo per i brianzoli a nord dell'isola, in quel luogo dove "non ci sono né piante e né donne". Come mantra le parole tratte dall'Atlante leggendario delle strade d'Isalnda: "L'interno dell'Islanda assomiglia a una via di mezzo tra il deserto del Gobi e l'Antardide. È un luogo molto imprevedibile, per alcuni eccitante e per altri potenzialmente pericoloso". 

Nelle immagini del video (scritto, diretto e montato da Michele), possibile grazie a un piccolo pannello solare che ha permesso ai ragazzi di ricaricare i telefonini, le immagini mozzafiato della natura incontaminata si alternano a quelle delle loro fatiche. Tutte superate con grande determinazione. "Le sfide non sono mancate, specialmente nei giorni centrali del viaggio - ha raccontato ancora Michele - La temperatura era vicino allo zero termico, c'erano il vento e la pioggia battente e le tempeste di sabbia. E poi la sete e la fame. Nonostante avessimo riempito gli zaini con dei piatti già pronti abbiamo abbiamo infatti dovuto razionare il cibo per non restare senza nulla da mettere sotto i denti".

Ancora nel video dei tre amici giramondo, a emergere sono quelle immagini che raccontano dei tanti disagi affrontati dai tre. L'ultimo pasto "fresco" poco dopo i primi 10 chilometri di camminata. Sull'unica (e interminabile) strada 821 deserta battuta durante la traversata. Del pane, del prosciutto e della "mortadella con colorante". Sotto un cielo ancora luminosissimo e disegnato dal volo poetico degli uccelli. L'ultimo pasto al quale hanno seguito per il resto del viaggio le varie "sbobbe di trincea" difficili a immaginare come saporite. 

Poi il paesaggio brullo, quasi lunare, quello del deserto di cenere vulcanica. Che i tre amici hanno letteralmente sfidato come i cavalli dell'antica leggenda islandese, portati al galoppo dai vichinghi fino alla sfinimento per superare quel territorio infernale. Eccitante e pericoloso insieme, appunto. Sopportando di tenere addosso i vestiti costantemente bagnati e rimettendo pazientemente insieme i pezzi della tenda distrutta dal vento. E ancora riempendo le borracce di acqua sorgiva per non morire di sete, concedendosi un unico (ma impagabile) bagno in una pozza di acqua termale per ritemprarsi, ungendo di continuo i piedi e le caviglie con la crema anti infiammatoria e facendo incetta di dolci per i momenti di magra. "Non è stata certo una cosa facile e invero ci sono stati anche diversi momenti di sconforto. Ma il nostro obiettivo è sempre stato chiaro. E il fatto di fermarci prima dell'arrivo alla meta non l'abbiamo nemmeno mai contemplato".

Fino al mare, sperimentando la bellezza della natura e la forza della vera amicizia

L'obiettivo finale, immergere i piedi nell'oceano sulla costa sud dell'isola. "Anche se avremmo potuto fermarci a Skoga (la regione a sud dell'Islanda nota per le sue magnifiche cascate) ci siamo intestarditi nel voler toccare con mano il mare. Peccato che in quel punto la spiaggia sia lunga più di 5 chilometri. I più sfiancanti e distruttivi di tutto il viaggio". Un traguardo ambito quanto faticosissimo da raggiungere ma che i tre brianzoli, con stoica fermezza, sono riusciti a tagliare. Gustando con stupore e meraviglia l'incomparabile bellezza della natura. Quella immensa dei ghiacciai, quella delle rocce degli altipiani con le loro terribili e affascinanti altezze, quella dei lunghi corsi d'acqua e delle imponenti cascate. Ma pure la bellezza del suono del vento e quella del sole che bacia la pelle. 

Arrivati fino al mare, Michele, Carlo e Lorenzo si sono seduti. Stanchi, ma con stampato sul volto quel sorriso di gioia e insieme di soddisfazione di chi ce l'ha fatta a superare una grande prova. L'ultima sigaretta a suggellare quella che è stata, anzitutto, la vittoria di una grande amicizia. "Certamente dopo questa esperienza il nostro legame è andato rafforzandosi ancora di più. Se nei momenti più faticosi non ci fossimo fatti forza a vicenda credo che difficilmente saremmo riusciti ad arrivare alla fine. E questo è stato senza dubbio l'aspetto più bello e formativo".

Entusiasti, i tre brianzoli sanno già che questa non è stata l'ultima volta. "A dire la verità difficilmente consiglierei questo genere di esperienza a chi non è già un po' esperto di traversate - ha concluso Michele - Ma devo anche ammettere che l'emozione che ha saputo regalarci non ha davvero eguali". C'è solamente da credere ai tre brianzoli. La cui voglia di avventura e la tenace perseveranza ripresa dalle immagini del telefonino valgono più di una seduta di coaching.

Link al video https://youtu.be/_2X9cszgLYA

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